Vai al contenuto
  • BENVENUTO SU LIBERA-MENTE
    • CHI SIAMO
    • CONTATTACI
      • sei un artista?
      • Sei uno scrittore?
      • Collabora con noi!
      • SOSTIENICI
  • CONTENUTI
    • Interviste
    • focus su…
    • Filosofia
    • Pedagogia
    • Arte
    • Musica
    • Recensioni
    • LETTURE CONSIGLIATE
  • VARIE
  • AREA SOCI
    • Diventa Socio
    • IL NOSTRO STATUTO
    • CONVOCAZIONE ASSEMBLEA SOCI
    • INFORMATIVA PRIVACY IN MATERIA DI TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI RACCOLTI DALL’ASSOCIAZIONE

DIVERSI MODI DI ESPRIMERSI: LINGUAGGIO MUSICALE E LINGUAGGIO SCRITTO


dott.ssa Veronica Zaga

Immagina di essere un bambino.

Non sai ancora parlare come fanno la mamma, il papà, l’educatrice e tutti quelli che stanno là in alto.

Sai qualche parola, ma non cosa dire.

Il modo in cui comunichi, con corpo e sguardi, è spesso frainteso dagli adulti. Ti spostano qua e là come un sacco, dando per scontato che tu ne abbia voglia.

Un giorno sei all’asilo, i tuoi compagni giocano con le pentole e le costruzioni di legno.

Tu osservi e non ti muovi.

Finché ti viene un’idea.

Prendi una pignatta e la rovesci, passi i polpastrelli sul fondo e lo trovi liscio.

Un dito cade sulla superficie e produce un suono metallico e interessante.

Perciò batti tutta la mano e l’intensità della risonanza aumenta.

I palmi si mettono a danzare sull’acciaio, producendo ritmi e musica.

I tuoi compagni smettono di giocare e ti guardano ipnotizzati dalla novità.

Afferri un cilindro di legno e lo percuoti.

Gli altri imitano lo strano gioco e l’assolo diventa un’orchestra.

Le educatrici si incuriosiscono.

Prendono parte all’insolito fenomeno.

In poco tempo la musica diventa guida del vostro rapportarvi, senza più accennare ad usare la voce, se non per cantare.

Vi state esprimendo e comunicate in quel modo “magico”, come se foste telepatici.

All’improvviso tutti ti capiscono e ogni cosa sembra più facile.

La musica (soprattutto in Italia) è vista come “studio”, come un esercizio intellettuale e colto di un sapere per pochi.

Ma già dall’esempio che vi ho appena fatto si può dedurre che non è così.

Anche nella più classica delle orchestre sinfoniche regnano aspetti comunicativi che non si immaginerebbero. Archi, fiati, ottoni e percussioni non sono meri ripetitori di partiture, le reinterpretano, dialogano tra loro, moderati dal direttore. La loro esecuzione è unica, dettata da sguardi, respiri e ascolto reciproco. È una situazione ricca di vissuti irripetibili.

Suonare è un bisogno dell’essere umano, perciò è importante dare modo alle persone di sperimentarlo. Può diventare una modalità espressiva che libera dagli imbarazzi dell’espressione verbale, che coinvolge il corpo e ammette pause e silenzi. Un’espressività estatica.

In educazione, il musicologo François Delalande parla di «corpi sonori», comprendendo il fatto che l’involucro fisico è per primo un produttore di musica, che sia vivo o inanimato.

Attraverso l’esplorazione dell’ambiente, i bambini entrano in contatto con oggetti che sperimentano da tutti i punti di vista, finché arrivano a quello musicale e lì si soffermano, perché assume per loro un’attrazione particolare.

In questo modo imparano il ritmo, prendono confidenza con le sonorità e creano melodie con oggetti della quotidianità.

Per Delalande la musica è sperimentale, non legata strettamente agli strumenti tradizionali. Una tale permissione, dà modo all’esecutore di esprimere se stesso con movimento e suono, in maniera concreta e profonda, in uno slancio istintuale e interiorizzato.

Per il professor Edwin E. Gordon, ideatore della Music Learning Theory, la musica è la maniera migliore di comunicare con il bambino che ancora non parla, cantando per lui stralci melodici privi di parole, composti solo da semplici sillabe senza significato.

Così, il piccolo apprenderebbe le leggi del melodico e del ritmico senza mediatori teorici ma direttamente dall’esposizione, come per il linguaggio parlato, arrivando anche a rispondere ai gorgheggi dedicatigli dall’adulto…

Pensate ora ad un adolescente.

Ha dei problemi relazionali, perciò i genitori gli hanno consigliato di frequentare lo studio di una psicologa.

Lui accetta e va agli incontri, ma non spiccica quasi mai un discorso, se non sul più e sul meno, argomenti per cui la sua parlantina si accende.

Lei lo mette in soggezione o forse non è nemmeno lei, è che in generale ha difficoltà a esternare i propri sentimenti in colloqui verbali.

La psicologa non sa che fare, ha provato ogni metodo per farlo aprire.

Allora gli lascia il suo numero di cellulare, esortandolo a chiamarla o anche a scriverle un sms, in caso di bisogno.

Il ragazzo lo registra nella rubrica e torna a casa.

Nella sua cameretta, con il telefono in mano e senza sguardi puntati addosso, riesce a formulare frasi al riguardo di come si sente, per iscritto.

Invia, così, le sue riflessioni alla dottoressa, che da quel giorno comincia a capirlo e a parlarci e intraprende con lui una terapia che sembra portare miglioramenti nella vita del giovane paziente.

Come visto, anche scrivere rappresenta un’alternativa espressiva alla modalità del parlato.

Il verbale sembrerebbe l’azione più scontata, appresa per esposizione durante i primi anni dell’infanzia e perciò considerata la modalità naturale di comunicazione.

Eppure trascina con sé carichi emotivi che possono portare – soprattutto in persone con difficoltà emotive, sociali o psicologiche – a veri e propri blocchi e relativi impedimenti comunicativi ed espressivi.

La scrittura può avere dei risvolti “terapeutici”, in questo senso.

Scrivere di come ci si sente e delle proprie emozioni, ad esempio, toglie dall’imbarazzo del contatto con altre persone, ci rende più intimi con noi stessi e può aiutare a superare quell’ostacolo con maggiore apertura verso le proprie sensazioni, in esercizi di elaborazione di discorsi e pratiche espressive, con la sperimentazione della propria interiorità nel contatto virtuale con altre individualità.

Lo psicoterapeuta americano James Pennebaker ha ideato il metodo della Scrittura Espressiva, in cui la persona durante le sessioni di scrittura esprime su carta le proprie emozioni, i traumi dei propri aspetti personali, i fatti e ciò che ha provato nell’affrontare le situazioni traumatiche. È un modo per fermarsi e riflettere su di sé al di fuori della frenetica routine, non solo per sfogarsi ma soprattutto per far luce sulla propria interiorità e identità.

In questo modo Pennebaker è riuscito a raggiungere risultati sorprendenti e benefici nel trattamento dei pazienti con problemi emotivi.

In conclusione, musica e scrittura non sono poi tanto lontani rispetto al linguaggio orale, rappresentano modalità di espressione che gli si affiancano e possono permettere alternative a chi trova difficoltà ad esporsi, aiutare a crescere e conoscere se stessi.

Share this:

  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
  • Altro
  • Fai clic qui per inviare l'articolo via mail ad un amico (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per condividere su Reddit (Si apre in una nuova finestra)

Mi piace:

Mi piace Caricamento...

Correlati

Rispondi Cancella risposta

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Gravatar
Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. ( Chiudi sessione /  Modifica )

Google photo

Stai commentando usando il tuo account Google. ( Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. ( Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. ( Chiudi sessione /  Modifica )

Annulla

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

10 ottobre 2015
Libera-mente
Pedagogia, Psicologia dello Sviluppo, ricerca
adolescente, aprirsi, bambino, bisogno, blocco, cantare, comunicare, corpi sonori, corpo, Delalande, difficoltà, discorso, educatori, emozioni, espressione, esternare, genitori, gesti, giocare, Gordon, identità, imitare, interiorità, linguaggio, magico, movimenti, music learning theory, musica, musicale, novità, orchestra, Pannebaker, parole, problemi emotivi, psicologo, riflettere, sè, scritto, scrittura espressiva, Scuola, sguardi, sms, strumenti, suono, telepatia, terapia, verbale, vissuti, voce

Navigazione articolo

LABORATORIO PER BAMBINI: IL COLLAGE…E LO SPAZIO
LIFE

I CONTENUTI DEL SITO WEB POSSONO ESSERE LIBERAMENTE COPIATI DA ALTRI SITI INTERNET A SCOPO DI CRITICA, CONFRONTO E RICERCA, CITANDO GLI AUTORI E LINKANDO LA FONTE

©Copyright All right reserved

Follow on WordPress.com

i nostri social

  • Visualizza il profilo di blogliberamente su Facebook
  • Visualizza il profilo di Libera_menteNP su Twitter
  • Visualizza il profilo di libera.mente_blog su Instagram
  • Visualizza il profilo di liberamenteno su Pinterest
  • Visualizza il profilo di UCZh6_3ZcSLhwXZZgVu_PnIQ su YouTube
  • Visualizza il profilo di 111648918594211701096 su Google+

Visitatori di Libera-mente

  • 21.327 visite

PROGETTI PASSATI

  • Progetti Passati
    • 2019, missione insegnante
    • I Deliri del Dvca
    • THE TIME MACHINE: LA MACCHINA DEL TEMPO
    • Romanzo a puntate: Old Snake

Leggi il nostro ultimo articolo

  • Focus su…donne e polizia di stato

LE FOTO DEI NOSTRI EVENTI

Questo slideshow richiede JavaScript.

Instagram

#liberamenteblog #associazioneculturale #associazionenoprofit #novara #nonprofit #interviste #scrittrice #scrittoriemergenti #poliziadistato #giallo #poloziesco #romanzopoliziesco #recensionelibri @silvia.celanips
Ecco l'ultima parte dedicata all'argomento "violenze e aggressioni subite dal personale medico ed infermieristico" proposto da @_pilloledipsicologia_

Timeline Facebook

Timeline Facebook

Timeline Twitter

I miei Cinguettii

Meta

  • Registrati
  • Accedi
  • Flusso di pubblicazione
  • Feed dei commenti
  • WordPress.com

categorie

2019, missione insegnante Arte Didattica film Filosofia focus su... I Deliri del Dvca I nostri laboratori Interviste Musica Pedagogia personaggi poesia Psicologia dello Sviluppo Recensioni ricerca Romanzo a puntate Scuola THE TIME MACHINE: LA MACCHINA DEL TEMPO Uncategorized

Tag

amicizia amore apprendimento arte ascolto assocazionenoprofit associazione associazione culturale associazionenoprofit attaccamento autismo bambini benessere blog capitolo caregiver deliri delirio didattica difficoltà domande dvca educatori emozioni esperienza esplorazione famiglia fantasia film filosofia genitori gioco insegnanti internet intervista ironia leggere lettore lettori lettura LiberaMenteBlog libro life lifestyle linguaggio malattia mamma musica noprofit Novara parole paura pedagogia pensieri personaggi poesia poeta racconto realtà recensione relazione ricerca romanzi romanzo scrittore scrittrice scrivere Scuola sentimenti storia strumenti studio violenza vita wordpress
Crea un sito o un blog gratuito su WordPress.com.
loading Annulla
L'articolo non è stato pubblicato, controlla gli indirizzi e-mail!
Verifica dell'e-mail non riuscita. Riprova.
Ci dispiace, il tuo blog non consente di condividere articoli tramite e-mail.
Annulla

 
Caricamento commenti...
Commento
    ×
    Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
    Per ulteriori informazioni, anche sul controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie
    %d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: